70 anni di hockey
Settant'anni di hockey pista nel mondo
Mundialroller 1993: l’ultimo grande appuntamento di hockey giocato in Italia. Sono trascorsi vent’anni ma il ricordo di quella finale, giocata in un “Palasesto” gremito da cinque mila persone è ancora nitido in molte memorie, con la tripletta di un sontuoso Enrico Mariotti ed il Portogallo che vince ai rigori, beffando Cupisti e la Nazionale di Innocenti.
Per l’occasione venne pubblicato un libro tra i più belli mai scritti sull’hockey a rotelle: “70 anni di hockey su pista nel mondo” (1993 –Ed. Giemme). Autore di questo capolavoro Claudio Gazzola, all’epoca giornalista di punta de “il Cittadino” e “penna” tra le più in vista ed apprezzate dell’intero mondo delle rotelle.
L’autore inizia l’opera narrando l’hockey fin dalle sue radici, partendo da una ricostruzione storica ed etimologica della parola “hockey”, avvalendosi anche di immagini curiose diventate un “must”, come la foto di pagina 9, un carboncino che illustra un hockey primordiale, in Inghilterra nel 1879.
La narrazione prosegue con il racconto dell’evoluzione della disciplina, passando per la famosa pista sul molo di Herne Bay, fino a Montreux, le due culle della disciplina d’inizio secolo.
Poi il secondo conflitto mondiale spezza gli equilibri ed emergono le potenze di Spagna e Portogallo, che diverranno, in un decennio, le nazioni trascinatrici del movimento.
Ma l’Italia non resta a guardare ed a Ginevra nel 1953 conquista un incredibile titolo iridato. Dalle parole di Kullmann, una delle basi sulle quali ha lavorato Gazzola per ricostruire parte della storia, scopriamo molti aneddoti, che conducono alla vittoria del mondiale svizzero, della quale ricordiamo i protagonisti: Cataletto (portiere), poi Bertuzzi e Brezigar, Dagnino e Marchetto, Panagini, Bolis e Maurizio Gelmini. Questi sono gli autori di un successo storico, bissato solamente 33 anni più tardi.
Il libro scorre velocemente e se siete appassionati (proprio come accadde al redattore di questa recensione) potreste leggerlo in una notte, restando estasiati e sognanti una volta giunti alle pagine che raccontano le più belle esperienze dell’hockey italiano: Sertaozinho 1986 e La Coruna 1988.
Il racconto vi catturerà e sarà semplice soffermarsi con il pensiero e godere, a distanza di venticinque anni, di emozioni uniche. In Brasile gli Azzurri conquistano un Mondiale dominando dall’inizio alla fine, schiantando Argentina, Spagna e soprattutto Portogallo. In Galizia il discorso è differente, ed un capolavoro di Marzella farà vivere una favola raccontata in televisione dal solo Franco Costa nelle sue telecronache trasmesse a notte fonda. Italia – Spagna del Riazor, di quel 14 settembre, è stata forse la partita più drammatica di tutta la storia Azzurra.
Il libro si chiude con il racconto dei primi anni ’90, dal Mundial “inventato” di San Juan ’89 ad Oporto ’91 (La caduta degli dei), chiudendo in bellezza, con le Olimpiadi di Barcellona ’92 e le magie nel secondo supplementare di Diego Allende.
Il libro purtroppo non è più disponibile e di difficile reperibilità. Ma resta un capolavoro, unico nella ristretta cerchia di libri su questa disciplina.