Novara 1984
1984, Novara, l'inizio della nuova era. Giovanbattista Massari conosciuto semplicemente come "Il Professore" continua nel suo lavoro nato pochi anni prima: lui, capace di portare il Giovinazzo ai massimi livelli europei, perdendo anche una finale di Coppa dei Campioni contro un imbattibile Barcellona, crea e plasma un'Italia forte, carismatica, talentuosa, che possiede carattere, gioco e una mentalità vincente mai vista prima. Se l'Europeo di Vercelli '83 fu una sorpresa, Novara '84 è la manifestazione che lancia definitivamente gli Azzurri nelle alte sfere: ora competere con l'Argentina di Martinazzo, la Spagna di Torner e il Portogallo di Cristiano non è più un'utopia, ma una solida realtà.
Il Palazzetto di Novara è sempre gremito quando giocano gli Azzurri, il PalaKennedy non lascia mai un vuoto, avvolto da un entusiasmo dilagante DANIELA GALLINA attuale custode del palazzetto intitolato al grande Stefano Dal Lago e allora..........
L'Italia chiude al secondo posto, perdendo la sfida decisiva con l'Argentina per 2-1 e superando il Portogallo 5-4 nello scontro diretto per l'argento.
Dal libro 50minuti di gloria "...L’Italia della nuova generazione si deve inchinare ad un Argentina forte come non mai in ogni reparto, (anche tra i pali, dove storicamente la scuola sudamericana dei portieri non gode di buona fama, Hidalgo si comporta molto bene) e che conosce alla perfezione ogni nostro segreto. Sono proprio i giocatori argentini ad essere il perno delle nostre squadre: Daniel Martinazzo ha fatto cose incredibili a Vercelli, Jorge "Freddy" Luz a Novara, Mario Aguero a Monza, Carlos Corja a Lodi, Daniel Angel Maldonando a Follonica, Josè Martinazzo a Castiglione, Carlos Moreta a Forte dei marmi, a cui vanno aggiunti Mario Rubio (...) lo dimostrano nella ripresa della penultima giornata, con una prestazione da manuale dell’hockey della coppia Luz-Rubio, assoluta padrona della pista, capace di annullare ogni azione di Girardelli e compagni, che erano passati in vantaggio con Barsi al 6’, per essere raggiunti poi da un autorete dello stesso difensore, che, dopo aver subito fallo da Aguero, tocca verso Citterio, che però viene sorpreso e la pallina si infila alle sue spalle. Il Palakennedy si infiamma e si trasforma in una bolgia, ammutolita però, prima della fine del primo tempo, da un missile di Mario Aguero, che lascia esterrefatto Citterio e consegna, di fatto, il mondiale all’Argentina
Per gli Azzurri è comunque il ritorno al vertice "L’Italia però dimostra di essere tornata ai massimi livelli e non giungeva così vicino al successo dal bronzo del 1970 a San Juan. La seconda piazza viene guadagnata anche grazie allo 0-0 con la Spagna (curiosamente gli ultimi due match contro gli iberici si sono conclusi a reti bianche, un fatto totalmente inusuale per l’hockey) ma soprattutto per la vittoria contro il Portogallo, che a Vercelli ci aveva impartito una sonora lezione: doppio vantaggio azzurro con Bernardini e Girardelli (6’ e 10’), ma Trinidade agguanta il pari (15’ e a soli 21" dalla fine del primo tempo). Una doppietta di un prolifico Bernardini è il preludio al successo, che si allarga di proporzione grazie a Dal Lago al 6’37", rintuzzati inutilmente dalle reti di Miguel Rocha all’11’ e Vitor Rosado che sigla il 5-4 a 11" dalla fine. E per l’Italia è un argento preziosissimo".
Per gli Azzurri basterà attendere due anni un mondiale brasiliano.
L'intera storia dei mondiali dal 1984 al 2011 la puoi rileggere su 50 minuti di gloria www.50minutidigloria.it