1993 Sesto San Giovanni - Lodi -Bassano

Il Portogallo di Livramento beffa l'Italia

Palasesto, Cà Dolfin e Palacastellotti i palcoscenici. Sesto San Giovanni, Bassano e Lodi le città ospitanti di un mondiale in grande stile, l’ultimo ospitato in Italia esattamente vent’anni fa.

Ottobre 1993,Gli Azzurri sono nel pieno dell’innovazione. Si è conclusa dopo tre lustri l’epoca firmata G.B. Massari e per la manifestazione iridata viene chiamato a guidare gli Azzurri Giovanni Innocenti. È un mondiale con tante stelle, dagli Alves, gli Almeida ai Rui Lopes nel Portogallo, mentre la Spagna, come leggiamo da 50 minuti di gloria fa leva sul bocco dell’Igualada campione d’Europa, con Carlos Folguera (ma non Albert, clamorosamente escluso dai dieci), Cardà, Guillen, Gabaldon e l’esperto Ayats, esponente della vecchia generazione insieme a Rovira e Pujalte, a cui si aggiungono i due difensori dal “legno facile” Joan Carles e Willy Duarte; il tutto sotto la guida del C.T. Andres Caramès, che ha preso il posto di Carlos Trullols, cacciato dal “banquillo” delle furie rosse a furor di popolo”.

Ma anche l’Argentina campione Olimpica in carica possiede un elevato standard di qualità: i Paez, Roldàn ed il nuovo fenomeno, esploso nel Follonica, Panchito Velazquez. Insomma, la qualità non manca ed il torneo confermerà gli equilibri.

Si gioca con due gironi da 6 squadre, con Italia, Portogallo ed Argentina inserite a Lodi, mentre la Spagna può tranquillamente rilassarsi ai piedi del Grappa, nella quiete di Bassano.

Gli Azzurri disputano le loro gare su una pista magica, che tre anni prima aveva regalato loro un gioia europea unica, accolti da un calore incredibile.

Il debutto è difficoltoso, come narra il libro 50 minuti di gloria “L’Italia comincia a scoprire l’uomo che può spostare gli equilibri in pista: Enrico Mariotti. Il più giovane dei fratelli grossetani disputa un torneo da fenomeno, difende, imposta e segna solo gol importanti, risultando il perno della formazione di Innocenti. Mariotti al 7’ sblocca la situazione, ripentendosi dopo la marcatura di Monserrat con un diagonale che fulmina Herrmann al 13’.

Nella ripresa arriva il 3-1 di Mariotti, ancora da sinistra, ancora una fucilata. Ma l’Argentina non è mai doma; Gomez mette in pista il giovane Panchito Velazquez che prima favorisce la rete di Roldan, poi pareggia i conti al 13’. La gara è aperta ad ogni soluzione, ma l’occasione più ghiotta è sul bastone di Bernardini, che a 4” dal termine si invola da solo verso Hermann, sparandogli addosso la conclusione”

Gli argentini perderanno poi il confronto con il Portogallo, chiudendo terzi nel girone. Protagonista assoluto dei lusitani Rui Lopes, che chiude con 5 reti nell’8-5 finale. Italia – Portogallo diventa così la sfida decisiva e gli Azzurri disputano una gara da favola, dominando per 50 minuti “(…) cominciando dal 4’ minuto con Crudeli, che realizza una rete fantastica: fuga sulla sinistra e diagonale che si spegne all’incrocio opposto. Da lì la strada diventa in discesa, anche se i portoghesi colpiscono due pali Paulo e Pedro Alves: saranno gli unici pericoli corsi da Cupisti. Amato al 9’ raddoppia, con una palombella che si spegne sotto il sette beffando Silva, mentre a 20” dalla fine del primo tempo Enrico Mariotti segna il 3-0, con una sassata da metà pista. La ripresa si apre con un tiro di Ferreira deviato da Enrico Mariotti sul palo, poi Bernardini al 4’50” e 5’47”con due deviazioni da sotto allunga fino al 5-0. Intanto il pubblico di Lodi chiama a gran voce l’ingresso in pista di Bertolucci, che avverrà dopo il 6-0 siglato da Massimo Mariotti”.

Ma sarà un successo effimero ed illusorio, perché in finale il Portogallo si vendicherà ampiamente, dimostrando di aver imparato la lezione. Nel frattempo in semifinale l’Italia incontra nuovamente l’Argentina e grazie ad una doppietta di Franco Amato riescono nell’impresa di conquistare la finale: l’Argentina va sul doppio vantaggio con Paez e Allende, poi sale in cattedra il blocco del Novara Enrico Mariotti e Crudeli pareggiano, Amato trova due reti da bomber autentico e gli Azzurri, soffrendo per il 4-3 di Roldàn, conquistano la finale.

L’altra semifinale è il classico iberico. Paulo Alves e Rui Lopes aprono un solco dimezzato da Rovira. Poi Vitor Fortunato chiude i conti sul 4-1 ed il 9 ottobre 1993 Italia e Portogallo si sfidano in finale.

La finale dei mondiali raccontata a pagina 167 del Vo.1 di 50 minuti di gloria viene riportata così “Il primo tempo è accademia, una noia se vogliamo. I lusitani giocano a uomo, l’Italia una zona stantia. Innocenti nella ripresa, per cercare più soluzioni, inserisce Massimo Mariotti al posto di Amato. Ma a passare è il Portogallo, che al 4’ sfrutta un movimento di Almeida, che tutto solo in area infila all’incrocio. I lusitani dominano e potrebbero raddoppiare, ma Cupisti è come sempre meraviglioso. Così, inaspettatamente, al 6’ Enrico Mariotti fa partire il primo dei suoi missili della serata: Silva non lo vede nemmeno e gli Azzurri pareggiano. Palla al centro, manovra lusitana che dura giusto 47 secondi e Rui Lopes gira però indisturbato dietro la porta di Cupisti, beffandolo. Il “Cupi” di gol da dietro porta ne ha presi pochissimi in tutta la sua carriera: è un peccato che uno di questi avvenga in una finale Mondiale.

Questa volta comunque la reazione italiana è rabbiosa: Enrico Mariotti “sente” il tiro, Bernardini segna, ma il brasiliano Costa annulla, perché Cunha da Silva ha spostato la gabbia. Al 13’32” i lusitani siglano il 3-1: Ferreira tira da metà pista e Almeida è lesto a ribattere in rete la risposta del “Cupi”. Il “Palasesto” inizia ad avere paura, ma c’è un uomo che non conosce questa parola: viene da Grosseto, ha solo 24 anni, ma ha già un esperienza da puro veterano. È Enrico Mariotti, che prima fa secco Silva dalla trequarti, poi a 50 secondi dalla fine, indovina una conclusione secca e precisa che si infila all’incrocio e vale il definitivo 3-3.

Il supplementare non merita nemmeno di essere menzionato: quello dell’Olimpiade è lontano anni luce. Qui le squadre hanno paura di perdere, i portoghesi tengono pallina e fanno melina (ah, cari 45 secondi di possesso, se fossero stati introdotti prima…). Praticamente la sfera gira sul bastone dei portoghesi per 10’, senza che accada mai nulla. I rigori sono così inevitabili: sarà un freddo elenco, come glaciale è l’epilogo di questo Mondiale. Crudeli parato e Santos, gol, Amato parato e Paulo Alves parato, Rigo parato e Tò Neves parato, Massimo Mariotti parato e Ferreira parato, quindi Enrico Mariotti parato e Rui Lopes parato: il Portogallo è campione del Mondo. Era da Santiago del Cile 1962 che i lusitani non vincevano un Mondiale lontano da casa loro: da allora ci furono i successi nel ’68 ad Oporto, ’74 a Lisbona e ’82 a Barçelos, oltre all’ultimo, quello del 1991 sempre ad Oporto. In futuro la regola verrà confermata. Il “Mundialroller” è stata l’unica vittoria portoghese lontano da casa in 50 anni di rassegne iridate. Incredibile”.

L'intera storia dei mondiali dal 1984 al 2011 la puoi rileggere solo sfogliando 50 minuti di gloria www.50minutidigloria.it

 

 

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